È ancora fresco, tra gli addetti ai lavori, il ricordo di una ceramica di Fontana andata in pezzi per il dispetto di un felino domestico. Fortunatamente il proprietario era protetto da una polizza “all risk”. La stessa filosofia che plasma l'offerta assicurativa di Arte Generali, la divisione dedicata ai collezionisti d'arte lanciata dal gruppo assicurativo nel 2019, in Germania, e inaugurata in Italia lo scorso autunno, sotto la guida di Italo Carli
Se un gruppo assicurativo sul podio d'Europa decide di inserire l'arte nel suo piano strategico e di darvi seguito in tempi brevissimi, allora vuol dire che una svolta culturale si è compiuta. È il caso della nostra Generali. In un 2019 che sembra lontanissimo, il Leone di Trieste dava alla luce Arte Generali, l'unità del gruppo dedicata ai collezionisti d'arte. L'iniziativa partiva dalla Germania, secondo mercato mondiale (10% del totale, 365 miliardi secondo le stime della società) dell'arte dopo gli Usa. Nell'autunno 2020 è quindi arrivato il turno di Italia e Francia (il servizio è attivo anche negli Emirati Arabi).
«L'obiettivo è quello di diventare i numeri uno in Europa nel settore delle assicurazioni per l'arte», esordisce Italo Carli, head di Arte Generali Italia. Un obiettivo ambizioso, ma che «in termini di volumi richiederà tempo». Dal punto di vista qualitativo invece Arte Generali può già dirsi leader grazie «all'articolazione della nostra offerta».
L'offerta si fonda su una solida base tecnico-assicurativa, «paragonabile ai migliori benchmark europei, sia dal punto di vista dei sottoscrittori che dei professionisti coinvolti. Il team di Arte Generali rappresenta il meglio delle professionalità che si sono formate negli ultimi 15-20 anni nel ramo dell'assicurazione fine art». Una rete che funziona capillarmente, attingendo alle figure professionali più indicate laddove esse siano. L'eccellenza dell'offerta Generali si declina in soluzioni di tipo «all-risk» (come Arte Generali Private): tutto ciò che non è espressamente escluso, è coperto dalla polizza. Questa filosofia assicurativa risulta la più adeguata quando si tratta di assicurare «contenuto e contenitore», ovvero non solo le collezioni, ma anche i palazzi e le ville di pregio che le contengono, non certo progettate appositamente per custodire opere d'arte.
La tranquillità della soluzione per “tutti i rischi” trova il suo perfetto complemento nel servizio di conciergerie, una coccola per la clientela private e hnwi. Grazie a esso, il cliente – tramite app, e quindi da remoto – può avere costantemente a disposizione i professionisti più qualificati del settore di interesse, selezionati da Arte Generali. «Per ogni partner si hanno a disposizione cv e schede informative, affinché il cliente possa scegliere in piena trasparenza e consapevolezza la figura più opportuna. Il nostro servizio di conciergerie si fonda su quattro pilastri. Quello classico della protezione. Poi subentrano conservazione (catalogazione, manutenzione preventiva, restauro, trasporto, custodia), valutazione e valorizzazione». La digitalizzazione del prodotto è molto avanzata e può contare anche su validazioni blockchain.
Avvalersi di partner consente a Generali di muoversi agevolmente, con una struttura «leggera». Per rendere operativo il progetto in Italia ci sono voluti otto mesi e un centinaio di persone, in piena pandemia. «Si è voluto investire in questa area in maniera strutturale», prosegue Italo Carli. Una mossa rivelatrice di quanto il gruppo voglia essere sempre più punto di riferimento per il segmento della clientela di fascia alta, gli high net worth individual (hnwi).
Nel portafoglio clienti di Arte Generali figurano anche gli istituzionali, come i musei. Ma il panorama sta evolvendo, e la tradizionale dicotomia museo pubblico-collezione privata necessita di nuove declinazioni. Infatti, «negli ultimi anni sta prendendo piede anche in Italia il fenomeno della creazione delle collezioni d'impresa, le corporate collection. Le collezioni personali, di famiglia, si trasformano sempre più in collezioni aziendali – Molto spesso un collezionista fa diventare la sua collezione privata quella della sua azienda. Oppure costituisce veri e propri musei privati, fondazioni. La collezione diventa rappresentazione della sua famiglia». E in quanto tale va protetta. Ad esempio, anche con polizze del tipo “chiodo a chiodo”, ossia prodotti di copertura che proteggono l'opera – in caso di prestito – dal momento in cui lascia “il chiodo” a quello in cui vi fa ritorno.
Arte, capolavori a prova di gatto
Il curioso interlocutore domanda se dell'ombrello Generali beneficiano anche gli enti pubblici. «In Europa si. In Italia non ancora. Il nostro paese soffre di una cronica sotto-assicurazione. Il grande mercato del pubblico, ad oggi, non si assicura». Un aspetto paradossale, se si pensa che il nostro è il paese più ricco al mondo per patrimonio artistico-culturale. Il mercato italiano a livello europeo viene dopo l'Inghilterra, la Germania, la Francia. E lo stacco non è certo marginale: «il mercato assicurativo pubblico italiano è la metà della Francia, un terzo della Germania. Il Louvre, a differenza degli Uffizi, si assicura». Del resto, continua provocatoriamente I'ingegner Carli, «assicurare la primavera del Botticelli significa averne – in caso di evento avverso – il controvalore in denaro, non certo le fattezze originali»
Nell'universo dei rischi, è interessante notare che furti e incendi restano eventualità piuttosto rare, fortunatamente. I danni maggiori si verificano infatti per negligenza o colpa. L'aneddotica in tal senso si spreca. Personale delle pulizie disattento o inopportunamente «solerte» nel rimuovere «macchie» dai muri o nel «riordinare». Chiodi che decidono di andare in pensione. Gomitate, gesti inconsulti. E poi, c'è il capitolo animali domestici. È ancora fresco, nell'ambiente degli assicuratori fine art, il ricordo di un gatto imbronciato e di una ceramica di Fontana andata in pezzi. Il coinquilino del micio per fortuna era protetto da una polizza all-risk. La ceramica fu perfettamente restaurata e andò addirittura in asta, per centinaia di milioni. Con la benedizione del mondo felino, non nuovo a record d'asta per opere danneggiate. Ma questa è un'altra storia…
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