Cambiamenti climatici e mitigazione dei rischi per le collezioni d'arte

di Cristina Resti

I recenti eventi climatici hanno dimostrato con forza come l’intensità degli eventi naturali come piogge (bombe d’acqua), tempeste, grandine possano dare origine ad accumuli d’acqua, creando onde di piena distruttive. Inoltre, l’intensità dei venti o trombe d’aria possono con facilità scoperchiare tetti, infrangere lucernari e vetrate, sradicare alberi con conseguenti danni sulle abitazioni vicine.

L’alterazione del ciclo dell’acqua e della temperatura, la frequenza di eventi estremi come alluvioni e siccità, impatteranno sempre di più sul nostro patrimonio artistico. Per affrontare le sfide future sarà quindi necessario adottare strategie di prevenzione e di messa in sicurezza, partendo dall’individuazione degli scenari di rischio. Ma vediamo come un collezionista può attuare un piano di valutazione dei pericoli, mitigazione dei rischi e ordine delle priorità applicandolo alla propria collezione.

 

IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI

Le condizioni geografiche, topografiche e climatiche sono determinanti per stabilire quanto una località sia a rischio, per questo è sempre raccomandabile conoscere il territorio in cui si abita e verificare sulle mappe di rischio la pericolosità idrogeologica di riferimento e la tempistica di ritorno degli eventi catastrofali. Su questo punto l’assicuratore potrà essere un ottimo interlocutore. Individuati i rischi ambientali e naturali a cui è soggetta, anche storicamente, una determinata area geografica, si renderà necessario valutare la loro connessione in termini di probabilità di accadimento ed impatto dell’evento sull’ubicazione del rischio (edificio) e sui beni in esso contenuti: individuazione di luoghi di accumulo d’acqua come piani interrati o seminterrati, pendenza rampe accesso a locali deposito. Oppure terrazzi a tasca, lastrici solari, confluenza di più falde del tetto e di scarichi di acque piovane.

La manutenzione e controllo dei tetti, delle grondaie, delle scossaline, dei lucernari deve essere effettuata almeno due volte l’anno. Gli scarichi devono essere ispezionati regolarmente, infatti i cambiamenti climatici hanno introdotto fenomeni di forti piogge concentrate in pochi minuti e molti sistemi di smaltimento acque piovane risultano ormai inadeguati e sottodimensionati.

 

COME PREPARARCI

Una volta identificati i rischi e catalogati gli scenari possibili (allagamento per piogge copiose o bombe d’acqua, alluvione per straripamento di corsi d’acqua, bagnamento a seguito di infiltrazioni o brecce nel tetto), sarà necessario intraprendere delle attività preventive volte alla mitigazione dei rischi e alla protezione delle opere d’arte.

Si procederà ad azioni di protezione esterna legate alle caratteristiche strutturali del fabbricato che contiene i beni da proteggere, in relazione anche alla loro dislocazione. Se le opere si trovano posizionate al piano terra sarà necessario proteggerle rialzandole da terra, scongiurando così il contatto con l’acqua in caso di un allagamento. Ma pensando a situazioni di alluvione più grave sarà bene prevedere un piano di spostamento ai piani superiori del fabbricato in aree individuate come sicure. Per questo sarà opportuno collocare al piano terra opere di facile e veloce movimentazione oppure opere costituite da materiali resistenti ad acqua ed umidità.

Per poter utilizzare un ordine di salvataggio dovrà essere redatto un elenco (potrà essere utilizzato anche quello allegato alla polizza assicurativa) delle opere da evacuare, chiamato Priority List.

Gli oggetti impossibili da rimuovere sia per il loro peso/ingombro sia per il loro ampio numero (per esempio libri costitutivi una biblioteca) dovranno essere allestiti fin dall’inizio tenendo a mente il concetto di “safe room”. Per gli oggetti invece di facile movimentazione dovranno essere predisposti per tempo materiali utili al loro imballaggio come scatole in plastica, tyvek, buste in plastica etc.

Ricordiamoci sempre che in caso di alluvione i beni verranno danneggiati non solo dall’acqua, ma da fango, detriti e materie oleose in sospensione.

Sconsigliamo di porre collezioni di qualsiasi tipo in piani interrati o seminterrati, soprattutto materiali cartacei come collezioni archivistiche/librarie o altri beni costituiti da materiali organici.

In caso di infiltrazioni dal tetto, sarà bene provvedere ad avere materiale plastico per coprire i beni e allestire tutti i dipinti con dei piccoli distanziatori dal muro che consentano la percolazione d’acqua lungo la parete senza contatto con l’opera.

 

GESTIRE L’EMERGENZA

Nel momento dell’emergenza dovranno sempre essere seguite le istruzioni relative alla gestione dell’emergenza o gli ordini di evacuazione emanati dagli organi preposti. Avere ben chiara la priorità delle azioni da compiere nel momento dell’emergenza è essenziale per non mettere a repentaglio l’incolumità delle persone.

Preparare una lista di numeri di telefono utili da chiamare in caso di emergenza è uno dei preparativi fondamentali, ma spesso sottovalutati.

Il Kit di emergenza: batterie, guanti, stivali di gomma, mascherina, torce elettriche, forbici, nastro adesivo e materiale plastico per imballaggio. Nel momento dell’emergenza, se l’evento avrà colpito una pluralità di enti (vedi il caso dell’alluvione o dell’inondazione) sarà difficile reperire materiali di qualsiasi tipo. I materiali plastici potranno esserci di aiuto anche in caso di infiltrazioni dal tetto, per coprire gli oggetti che non possono essere spostati (protezione in situ).  

Il riferimento di una società di disaster recovery, in grado di supportarci in caso di trasferimento delle opere d’arte in altro luogo. Accertarsi che chi rimuoverà i beni segua un ordine di salvataggio prioritario, evacuando gli oggetti più importanti della stanza o del piano colpito dall’evento sinistroso, tenendo conto della facilità di rimozione, della rapidità e della sicurezza personale. Per fare questo verrà utilizzata la Priority List.

Alcune azioni utili da effettuare in sicurezza e in base alle possibilità di localizzazione degli oggetti e della loro manovrabilità:

  • dare priorità ai beni costituiti da materiali più soggetti a danneggiamento in caso di alluvione come: legno, carta, fotografie, dipinti su tela e su tavola, oggetti realizzati in materiali organici.
  • Posizionare i dipinti su tela o tavola in orizzontale e liberarli da cornici e vetri. 
  • Lasciare asciugare i beni se possibile cercando di portare l’umidità relativa sotto il 40%, attraverso sistemi di deumidificazione, garantire una buona circolazione d’aria nei locali con ventilatori e mantenere la temperatura degli ambienti sotto i 19 gradi per evitare/rallentare l’insorgere di muffe.
  • Per i materiali costituiti da carta, come i libri (se bagnati, ma non intrisi d’acqua) si può procedere inserendo fogli di carta assorbente ogni 15/20 pagine e sostituire a più riprese in modo da favorire l’assorbimento graduale dell’acqua.
  • Per i materiali cartacei completamente bagnati procedere con l’asciugatura o il congelamento entro 72 ore dal danno.
  • Avvertire il proprio restauratore di fiducia e se proprietari di un bene culturale fare immediata segnalazione agli organi competenti, avvisandoli dell’urgenza di attuare misure emergenziali che comportano lo spostamento e la messa in sicurezza del bene oggetto di vincolo.

 

Cristina Resti, Art Expert and Art Network Manager at ARTE Generali

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